Incendio a Notre Dame, l’incredibile profezia di Victor Hugo: «Il tempo è cieco e l’uomo è stolto»
La cattedrale di Notre Dame di Parigi è uno dei momenumenti più visitati al mondo e la notizia della sua distruzione a causa di un incendio scoppiato nel tardo pomeriggio, ha fatto rapidamente il giro del mondo. L’edificio storico è stato celebrato tra gli altri, da Victor Hugo nel suo “Notre Dame de Paris”. Il rogo si sarebbe sviluppato da un’impalcatura e rileggendo ora le pagine del romanzo pubblicato nel 1831, a proposito dell’incuria dell’uomo, si può individuare un’incredibile profezia: «Il tempo è cieco e l’uomo è stolto».
Si tratta del primo grave incendio che ha colpito la cattedrale, costruita a partire dal 1163, sotto accusa i restauri del tetto in corso.
E proprio l’importanza di proteggere un’opera di questo genere che aveva spinto Hugo a sensibilizzare i parigini affinchè la cattedrale venisse restaurata. Nell’Ottocento, quando Victor Hugo scrisse il suo romanzo, i parigini consideravano gli edifici gotici quasi delle mostruosità, fu solo grazie al suo romanzo e alla sua campagna di sensibilizzazione sul destino della chiesa, scrivendo un editoriale dove dichiarava guerra ai “demolitori”, che partì il restauro. E la storia del gobbo di Notre Dame e di Esmeralda che ha fatto sognare intere generazioni racchiu in reltà un significato molto più forte: Il deforme Quasimodo, brutto all’esterno ma con una grande ricchezza interiore, non era altro che una metafora umanizzata della Cattedrale, Rileggendo ora quelle pagine ripensando all’incuria dell’uomo si legge un’incredibile profezia: «Senza dubbio è ancor oggi un maestoso e sublime edificio, la chiesa di Notre-Dame di Parigi. Ma, per quanto bella si sia conservata invecchiando, è difficile non sospirare, non indignarsi di fronte al degrado, alle incalcolabili mutilazioni che il tempo e gli uomini hanno inferto a questo venerabile monumento … Sul volto di quella vecchia regina delle nostre cattedrali, accanto a una ruga si trova sempre una cicatrice. Tempus edax, homo edacior. Che tradurrei volentieri: Il tempo è cieco, l’uomo è stolto».
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