Come ha conosciuto il suo compagno?
«Me lo ha presentato una mia amica, la Marchesa Viviani, in un ristorante a Venezia dove c’erano anche Zaia e sua moglie Raffaella».
In che modo l’ha conquistata?
«Mi ha colpito subito dicendomi che ero bellissima, affascinante e molto dolce. Abbiamo camminato insieme per Venezia, lui mi ha tolto le scarpe, mi ha fatto un massaggio ai piedi e ho camminato per le calli a piedi nudi. Il giorno dopo, poi ci siamo risentiti…»
E lui le ha fatto un regalo speciale: un anello con diamante.
«Si è presentato con una scatolina dicendomi che aveva un pensiero per me e mi ha dato questo splendido anello». Che lavoro fa il suo compagno?
«Ha un ristorante e fa dei catering».
Qual è il suo difetto principale?
«Lavora troppo».
Chi dei due è più geloso dell’altro?
«Dovrebbe esser più geloso lui di me: sono molto corteggiata soprattutto da ragazzi giovani, di 25 o 30 anni, belli, che mi mandano in teatro delle loro foto in déshabillé, mezzi nudi, e dicono che vorrebbero conoscermi».
Lei come reagisce alle avances di questi giovani?
«Ho una paura infinita perché penso: vuoi vedere che questo mi vuole rubare la borsa?»
Secondo lei si fa l’amore a qualsiasi età?
«Perché no? Si mangia e si beve a tutte le età, è una cosa necessaria e piacevole…»
Parliamo di politica: come vede il premier Giuseppe Conte?
«E’ molto elegante, con quei pantaloni stretti in fondo, alla moda. Mattarella, ad esempio, i pantaloni li porta dritti».
Con chi andrebbe a cena tra i due?
«Non c’è dubbio: con Mattarella. Ho scritto una poesia sulla Sicilia che gli avevo mandato, lui mi ha risposto facendomi i complimenti e dicendomi che era molto bella».
Che ricordo serba, oggi, di Bettino Craxi, di cui è stato recentemente celebrato il ventennale della morte?
«Una persona speciale, unica».
Ha visto il film di ‘Hammamet’?
«No, non l’ho visto, mi piace ricordarlo come lo conoscevo: un uomo forte, gentile, innamorato del suo Paese. A volte penso quanto soffrirebbe nel sapere che non è stato seppellito nella sua terra. Mi manca molto, era molto timido, una caratteristica che lo faceva apparire antipatico».
Si è discusso molto della possibilità di dedicargli una strada a Milano. Lei cosa ne pensa?
«Ha lasciato un ricordo indelebile, lo ricorderanno ancora per molti anni. E poi una strada in Italia ce l’hanno tutti, alcune hanno dei nomi pazzeschi, come via della Pineta, per dire…»