Immagini normalissime per gli eventi sportivi, ma terribili con il senno del poi. Atleti di ogni disciplina che si scontrano e si abbracciano a fine match, folle di spettatori negli stadi e alloggi vicinissimi al famoso mercato da dove tutto avrebbe avuto inizio.
In questi giochi mondiali militari c’erano persone di tutte le nazionalità, anche italiani. Il resto è noto: oggi siamo davanti a una pandemia e tutti i Paesi gradualmente stanno adottando il lockdown bloccando attività e isolando persone per arrestare il contagio. «Il “paziente uno” in Cina è datato 19 novembre», precisa la giornalista Giovanna Botteri. Nessuna connessione scientifica assodata, ma l’arco di tempo che intercorre dai giochi al primo caso accertato potrebbe insinuare il dubbio.