I giudici Zamagni-Santangelo-Secchi lo hanno assolto a luglio da tutti i capi di imputazione «perché il fatto non sussiste» al termine del processo scaturito dalla denuncia della showgirl (assistita dal legale Marco De Giorgio), laureata in Economia alla Bocconi, con diverse partecipazioni televisive (tra cui appunto L’Isola dei Famosi) e che in quello stesso periodo partecipò anche ad un film pornografico.
LE ACCUSE Secondo l’indagine, tra agosto e settembre 2013 Chinaglia aveva ceduto cocaina alla giovane prima in un hotel a Milano e poi in un ostello e per costringerla ad assumere droga, sempre stando a quella che era l’ipotesi d’accusa, l’uomo l’avrebbe anche colpita alla testa. E avrebbe poi approfittato delle psicosi e del suo disturbo ‘borderline’ per costringerla. L’uomo era anche accusato di essersi fatto consegnare un assegno di 20mila euro. Accuse, assieme ad altre, tutte cancellate dai giudici.
Per il Tribunale Chinaglia, come scrive il giudice relatore Alessandro Santangelo, «era certamente al corrente delle precarie condizioni psichiatriche di Sara». Agli atti, però, ci sono «sms» tra i due «dall’inequivoco contenuto sessuale» che «non possono che corroborare la versione» dell’imputato, «anche perché delle violenze fisiche lamentate dalla Tommasi anche per costringerla a consumare rapporti» non c’è «alcun concreto riscontro, né a livello di certificati medici, né a livello testimoniale».
In più, la firma di quell’assegno ha «una causa lecita, essendo ragionevole ritenere che il Chinaglia si facesse retribuire» perché si era impegnato in qualità di agente a «ripulire» l’immagine pubblica della showgirl. Era stato, tra l’altro, Fabrizio Corona, testimone nel processo, a confermare «l’attività lavorativa» di agente «rivendicata» dall’imputato nell’ interrogatorio.